La balbuzie infantile è un fenomeno molto frequente a partire dai 2 anni e rappresenta una fase normale dello sviluppo del linguaggio. Quando il bambino in questa fascia d’età inizia a balbettare, desta sempre grande preoccupazione nei genitori.
Bisogna sapere che in 4 casi su 5 il problema si risolve da solo e il bambino smette di balbettare entro i 4 anni o al massimo entro i 6 anni. In questi casi il problema emerge maggiormente quando il bambino è stanco, eccitato, se parla di argomenti nuovi e complessi, se sta facendo domande o sta rispondendo a quelle a lui poste, oppure se sta parlando ad un ascoltatore indifferente. Nella normale disfluenza il bambino non manifesta particolare consapevolezza di questa, né presenta sorpresa e frustrazione per essa.
Anche se nella maggior parte dei casi si tratta di una fase transitoria, i genitori devono tenere il problema sotto controllo con l’aiuto di uno specialista. L’obiettivo dei logopedisti è quello di guidare i genitori nel capire se si tratta di una normale problematica dell’età evolutiva oppure di una prima avvisaglia di balbuzie nei bambini. Lo specialista per fare questo si avvale, oltre che di osservazioni dirette sul bambino, di informazioni fornite dai genitori rispetto ai comportamenti di loro figlio in vari contesti (scolastico, domestico, etc.).
Come aiutare il bambino che balbetta
Spesso ci si domanda cosa fare per aiutare il bambino che balbetta. Sicuramente la famiglia può adottare una serie di comportamenti condivisi dalla ricerca internazionale che lo supportano nella gestione del problema. Ecco quali sono i più importanti:
- Quando si parla col bambino la comunicazione dovrebbe essere sempre rilassata e piacevole, senza distrazioni come la televisione.
- Il bambino che balbetta va ascoltato attentamente, mantenendo il contatto visivo e ponendo attenzione al “cosa dice” piuttosto che al “come lo dice”.
- Bisogna dare al piccolo tutto il tempo necessario per parlare ed evitare di mettergli fretta, offrendo altresì un modello verbale ed articolare chiaro e preciso.
- Se il bimbo dovesse chiedere cos’è la balbuzie, spiegarglielo con semplicità. Occorre sottolineare che il problema non influisce in alcun modo sul suo valore o sull’affetto delle persone che gli vogliono bene. Se dunque il bambino vi sottolinea la sua difficoltà verbale, presentategli il fatto che tutte le persone hanno difficoltà ed esitazioni verbali quando sono stanchi e particolarmente agitati.
- Invitarlo a risolvere da solo piccole situazioni quotidiane può aiutare ad aumentare la sua autostima. Per questo prendere la consuetudine di commentare singole situazioni o momenti del fare (discorso parallelo) può essere d’aiuto, piuttosto che porre frequenti domande che affaticano il bambino.
- Leggere insieme al bambino arricchisce il suo vocabolario ed è utile per imparare sinonimi da usare al posto di quella parole che comportano qualche difficoltà.
- Evitare “competizioni verbali” quali ad esempio obbligare a raccontare eventi ad amici o parenti. Lo scopo è limitare e contenere la “pressione” del livello di costruzione verbale del bambino.
L’alunno che balbetta
Anche nel contesto scolastico, come in quello domestico, è importante tenere sotto controllo le possibili reazioni degli interlocutori alle problematiche che presenta l’alunno balbuziente. In questi casi l’insegnante gioca un ruolo chiave nell’esercitare controllo e capacità di comprensione e mediare nel tentativo di mantenere il benessere del gruppo classe.
Talvolta fare questo può implicare una riconsiderazione delle abitudini della classe e del modo in cui l’insegnante stesso si relaziona con il bambino che balbetta. A tal proposito è possibile organizzare delle attività sulla tolleranza delle differenze individuali volte a prendere coscienza che ogni persona possiede delle caratteristiche uniche.
Certamente in caso di balbuzie infantile, l’alunno va aiutato a sentirsi un bambino come gli altri e all’altezza delle varie situazioni comunicative e linguistiche. Per realizzare questo obiettivo è possibile che l’insegnante debba operare alcuni cambiamenti nell’ambiente scolastico in modo da facilitare la comunicazione verbale.
Evitare anticipazioni e/o sostituzioni, specialmente da parte dei coetanei, per accrescere la convinzione nel bambino di essere in grado di parlare da solo. È importante affrontare il discorso con i compagni, ove necessario, in questo modo possono capire che anche loro stessi non sono bravi a fare tutto. Si inserisce così un momento di crescita personale e si rafforza la coesione del gruppo.
Hai dei dubbi?
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Richiedi Subito il PRIMO COLLOQUIO GRATUITOIl supporto dell’insegnante in caso di balbuzie infantile
L’insegnante deve sviluppare una particolare sensibilità alla quantità di parole o sillabe balbettate dal bambino. In questo modo può fornirgli l’occasione di parlare quando l’alunno balbetta meno del solito, facendogli sperimentare il successo ed incoraggiandolo a partecipare alla conversazione. Allo stesso modo, nei giorni in cui mostra di balbettare più severamente, pianificare attività che limitino il parlare o che non lo richiedano affatto.
Un ulteriore aiuto all’alunno che balbetta, di cui può beneficiare l’intera classe, è incoraggiarlo a prendere parte a una recita, organizzare dei momenti di drammatizzazione di una lettura o di un racconto avvenuto in un momento didattico.
Qualora il bambino fosse seguito in terapia logopedica, è importante la comunicazione tra il terapista, la scuola e la famiglia per scambiarsi consigli specifici e sfruttare al meglio le capacità del bambino. È bene che l’intero corpo docenti prenda coscienza del problema e adotti in maniera omogenea gli atteggiamenti volti al benessere del bambino e della classe. Gli insegnanti condividono con l’alunno gran parte della giornata. È per questo che può essere di grande aiuto per il terapista la descrizione della balbuzie attraverso tabelle ed appunti.
Ultimi consigli pratici in caso di balbuzie infantile
Un colloquio con il logopedista può aiutare a fornire le informazioni di cui i genitori hanno bisogno per prendere delle decisioni in merito ad un monitoraggio delle balbuzie o all’inizio di una terapia. Durante l’incontro con il terapista, egli saprà darvi delle risorse per aiutare il bambino e saprà guidarvi nella verifica delle capacità di coordinazione nell’articolazione dei suoni e nell’assessment degli aspetti emotivi.
Si ricorda, infine, che molti bambini fino a circa 6 anni presentano problematiche fisiologiche e di sviluppo in un quadro assolutamente normale e non patologico. Queste difficoltà regrediscono naturalmente all’interno di relazioni parentali positive e serene.
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