La disabilità intellettiva è un disturbo del neurosviluppo che emerge nei primi anni di vita del bambino e interessa diverse competenze (cognitive, motorie, linguistiche, sociali e affettive). Causa una compromissione del funzionamento personale, sociale e scolastico del bambino, influisce sulla sua qualità di vita e impedisce il raggiungimento delle normali tappe di sviluppo. Osserviamo insieme quali sono queste tappe.
Le fasi di sviluppo nel bambino
Durante la sua crescita, un bambino attua un processo maturativo che lo porta ad acquisire competenze e abilità posturali, motorie, cognitive e relazionali. I tempi e le modalità di questo sviluppo variano da bambino a bambino, ma si possono rintracciare delle tappe che permettono di identificare se il processo di crescita è nella norma o se potrebbe essere presente un problema nello sviluppo.
Nella seguente tabella sono schematizzate le fasi dello sviluppo del bambino dal punto di vista neuromotorio, linguistico, cognitivo e psicosociale:
Età | Maturazione neuromotoria | Maturazione linguistica | Maturazione cognitiva | Sviluppo psicosociale |
0-2 mesi | Controllo della testa | Suoni gorgoglianti Reazione ai suoni | Comportamento riflessivo | Interesse per i volti e gli stimoli sociali |
2-5 mesi | Controllo del tronco superiore e delle braccia | Vocalizzi | Comportamento ripetitivo | Interazione con l’adulto. Proposta di alcuni movimenti ed espressioni facciali osservate. |
5-8 mesi | Controllo del tronco inferiore e degli arti inferiori | Lallazione.
Imitazione di suoni familiari. Risposta al proprio nome |
Adattamento intenzionale Reazione circolare secondaria | Riconoscimento volti familiari, comportamenti diversi alla presenza di un estraneo.
Interazione al gioco con l’altro |
8-12 mesi | Integrazione dei movimenti degli arti inferiori.
Primi passi |
Suoni a intento comunicativo.
Comprensione delle prime parole Gesti comunicativi |
Attività intenzionale: memoria più complessa | Appare la turnazione.
Mostra preferenze, può avere paura degli sconosciuti |
12-18 mesi | Aumenta l’interazione fra il sistema motorio e le altre funzioni cerebrali | Olofrasi
Suoni onomatopeici Aumento della comprensione delle parole |
Variazione sistematica dei comportamenti;
Attività esplorativa e sperimentale Rappresentazione mentale degli oggetti e capacità simboliche. |
Intersoggettività secondaria. Attenzione condivisa
Si consolidano routine con l’adulto che prevedono giochi come quello del cucù e la lettura di libri. |
18-24 mesi | Prime frasi | Inizio dei processi di pensiero interno; risoluzione di problemi semplici | Comunicazione intenzionale
Si interessa anche ai coetanei, mostra affetto alle persone familiari. Si guarda allo specchio |
|
2-3
anni |
Cresce la capacità di controllo volontario del movimento | Sviluppo sintattico | Inizio concettualizzazione del pensiero rappresentativo e delle immagini.
Gioco di finzione |
Formule rudimentali di interazione sociale; gioco in parallelo |
4
anni |
Perfezionamento dell’equilibrio corporeo | Acquisizione regole morfologiche | Capacità nel disegno e in forme di rappresentazione artistica.
Capacità di comprendere che l’altro può avere un pensiero divergente dal proprio |
Interazione sociale con coetanei e adulti; gioco associativo o cooperativo |
5
anni |
Avanzato sviluppo del sistema neuromotorio | Discorso | ||
6-7 anni | Cambiamenti continui, miglioramento della coordinazione motoria (grossolana e fine) e oculo manuale | Apprendimento della lingua scritta | Mente attiva
Comprensione delle relazioni fra oggetti ed eventi |
|
7 -12 anni | Progresso del controllo motorio, della coordinazione, dell’equilibrio e della forza | Ampliamento del vocabolario | Capacità di prevedere il comportamento degli altri.
Capacità di usare simboli e di trattare della realtà astratta e concreta |
Incremento della interazione con i coetanei; sviluppo del senso di operosità |
Clicca sul bottone in basso per scaricare la tabella con le tappe dello sviluppo.
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Quando sospettare la presenza di una disabilità intellettiva
Quando la maturazione cognitiva non risulta essere nella norma e anche le altre abilità del bambino non sono adeguate all’età, potrebbe essere presente una disabilità intellettiva.
Il disturbo può variare da lieve a grave e comporta deficit delle capacità mentali generali. Possono sorgere difficoltà nell’apprendimento, la presenza di un pensiero concreto in cui è assente l’astrazione, modalità rigide di comportamento e difficoltà nella risoluzione dei problemi.
Qualche volta si assiste alla compresenza di deficit nella comunicazione, legati all’aspetto linguistico e pragmatico, e deficit motori, che influenzano la coordinazione, il movimento e l’esecuzione delle abilità motorie.
Emerge una difficoltà nella funzione adattiva, che interferisce sulla comunicazione, sull’attività sociale e sull’autonomia dello svolgimento delle attività quotidiane.
Hai dei dubbi?
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Richiedi Subito il PRIMO COLLOQUIO GRATUITOLa diagnosi della disabilità intellettiva avviene entro il periodo della prima infanzia, attraverso test psicometrici effettuati da specifici professionisti.
Le cause della disabilità intellettiva
Dietro ad una disabilità intellettiva sono presenti alterazioni organiche che condizionano lo sviluppo cerebrale. Le cause possono essere di 3 tipi:
- Prenatali: alterazioni cromosomiche, malformazioni congenite, malattie dismetaboliche, gravi complicanze durante la gravidanza
- Perinatali: complicanze presenti da una settimana prima della nascita fino al primo mese di vita
- Post–natali: patologie, infezioni, traumi, epilessia
L’importanza di un approccio multidisciplinare per una crescita armonica del bambino
Attraverso un approccio multidisciplinare l’equipe crea un progetto terapeutico integrato, personalizzato e dinamico. L’obiettivo è quello di incrementare il benessere psicofisico del bambino e favorirne il raggiungimento del suo potenziale di sviluppo, a partire dalle sue risorse personali.
Affinché ciò avvenga, è importante un lavoro di stimolazione sensoriale, che aiuti ad integrare le diverse sfere del bambino, agendo in modo armonico e globale sul suo percorso di crescita.
Tra le terapie che fanno proprio questo principio, la musicoterapia è una delle più efficaci. Utilizza i vari aspetti collegati al canale sonoro-musicale, così il bambino entra in contatto con un’esperienza che tiene conto dell’unità sensoriale. Il bambino viene quindi coinvolto in esperienze motorie, cognitive e affettive, in cui ogni vissuto senso-motorio incide sul suo assetto neuronale, emotivo e cognitivo. La musicoterapia permette al bambino di consolidare le competenze presenti e acquisirne di nuove.
Come la musica può accompagnare il bambino nel suo processo di crescita
Da recenti studi di neuroscienze risulta che la musica abbia un forte impatto psiconeurobiologico sull’essere umano, incidendo sul suo stato neuro-ormonale. La musica, che coinvolge varie competenze della persona e dunque del bambino, è utilizzata in musicoterapia al fine di supportare il raggiungimento e il consolidamento di un’abilità in modo graduale e progressivo.
L’ascolto e la produzione musicale attivano infatti una moltitudine di strutture cerebrali coinvolte nell’elaborazione cognitiva, senso-motoria ed emotiva. Attività come suonare, ballare e cantare richiedono la maturazione e l’integrazione di diverse competenze dell’individuo. La musicoterapia offre così, all’interno di uno spazio ludico ed edonico, la possibilità di assimilare in modo del tutto spontaneo una competenza che risulta essere potenzialmente raggiungibile, ma a cui da solo il bambino avrebbe difficoltà ad accedere.
In questo modo all’interno dello spazio musicoterapeutico, il cervello crea e rafforza nuove connessioni neuronali, migliorando le sue competenze e la qualità della vita del bambino.
Cosa possono fare i genitori
All’interno dell’intervento terapeutico proposto dall’equipe, i genitori occupano un ruolo fondamentale, perché è importante creare un ambiente supportivo e ricco di opportunità, a partire dall’ambiente familiare. In famiglia il bambino ha modo di sperimentarsi, apprendere con motivazione, agire creativamente e crescere in armonia.
I bambini imparano giocando e i genitori li accompagnano nelle loro scoperte. I giochi che vengono loro proposti devono contenere elementi chiari e diretti che tengano conto delle capacità e dei tempi del bambino.
La canzone è tra i primi elementi proponibili e permette di intervenire sull’integrazione della percezione uditiva, visiva e motoria, rafforzando al tempo stesso capacità quali attenzione e memoria.
Tra le attività proposte, il bambino può essere invitato a completare le parole o rafforzare i vocalizzi, così da incrementare le produzioni vocali. Si possono anche associare dei gesti semplici e chiari da fare insieme.
È importante ripetere l’esperienza nel tempo, per permettere al bambino di assimilare le competenze richieste. Si aggiungeranno quindi gradualmente degli elementi nuovi, ma sempre nel rispetto dei tempi del bambino.
Ricordatevi che per il bambino condividere un momento piacevole con i propri genitori, fa sì che l’esperienza vissuta divenga più di un semplice gioco.
Quali possono essere le conseguenze di un intervento tardivo?
Nel momento in cui lo sviluppo del bambino sembra avere dei significativi rallentamenti, è importante che avvenga una diagnosi tempestiva del problema. Con un intervento precoce si può aiutare il bambino a sviluppare al meglio il proprio potenziale.
Un intervento tardivo e un ambiente povero di stimolazione sensoriale, rischia di peggiorare la possibilità di apprendimento del bambino e l’istaurarsi di disturbi della sfera emotiva-affettiva, come ansia e depressione.