La psicoterapia cognitivo comportamentale applicata in età evolutiva è un tipo di intervento breve, strutturato e basato sul principio che pensiero, emozione e comportamento sono tre aspetti del funzionamento dell’individuo che interagiscono in continuazione e si influenzano reciprocamente. Scopriamo allora come funziona e com’è strutturata. 

La diffusione della psicoterapia cognitiva comportamentale

Dal momento che riuscire a cambiare le emozioni disfunzionali in modo diretto è molto difficile, l’intervento cognitivo-comportamentale mira al conseguimento di questo obiettivo in modo indiretto.

Si cerca di aiutare l’individuo a cambiare i modi di pensare e di agire associati a queste emozioni.

L’efficacia dell’intervento cognitivo comportamentale nell’aiutare bambini e adolescenti a superare disturbi emotivi caratterizzati da ansia e depressione è chiara, infatti numerosi studi controllati l’hanno dimostrato.

In questi ultimi due decenni la prospettiva cognitivo-comportamentale applicata all’età evolutiva ha avuto una certa diffusione anche nel nostro Paese:

  • è efficace in una vasta gamma di disturbi psicologici del bambino e dell’adolescente;
  • è saldamente ancorata alla ricerca scientifica, per cui i suoi metodi vengono continuamente sottoposti a verifica;
  • il perfezionamento è continuo;
  • è efficiente, in quanto giunge alla soluzione di buona parte dei disturbi del bambino e dell’adolescente in un tempo relativamente breve.

Com’è strutturato un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale?

Il percorso prevede inizialmente la valutazione delle difficoltà presentate dal bambino o dall’adolescente.

Questo processo viene più comunemente definito diagnosi e prevede l’utilizzo del dialogo, di test, di questionari rivolti a genitori e insegnanti. Infatti tutte le parti importanti della vita del fanciullo hanno un ruolo attivo.

Successivamente, se sono presenti sofferenze significative o se il disagio ha un impatto significativo sulla vita familiare, scolastica e sociale, si inizia la terapia per ridurre i sintomi e curare il disagio.

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Gli strumenti utilizzati sono soprattutto il gioco, il disegno e il dialogo quando l’età e le condizioni lo permettono.

Il lavoro terapeutico consiste nell’aiutare e sostenere il bambino o adolescente ad osservare i suoi pensieri e riconoscere le proprie emozioni, con l’obiettivo di creare un legame tra gli aspetti cognitivi, emotivi ed i comportamenti.

Lo scopo più ampio è quello di comprendere i pensieri negativi, riconoscere le emozioni correlate ed i comportamenti successivi al fine di instaurare un circuito positivo di conoscenza ed espressione di sé riducendo la sintomatologia ed il malessere.

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