Una volta i bambini crescevano in cortile senza pericoli, c’erano poche e semplici regole da rispettare e guai a provare a non rispettarle.
Sembrava che le regole le avevamo all’interno di noi e i nostri genitori non dovevano ripeterle più volte.
Tuttavia anche le famiglie di un tempo qualcosa trascuravano.

Essere genitori oggi sembra essere sempre più complicato. Prima era chiara la figura materna e ancora più definita la figura paterna, per lo più a lavoro durante il giorno.
La bellezza della nostra generazione è che i papà sono molto più presenti e vicini ai loro figli, giocano con loro, dedicano tempo di qualità, si alternano con noi mamme sempre più impegnate.

Genitori (compresi i papà) che cercano un confronto e una comunicazione profonda con i loro figli, coinvolti nell’educazione e nella crescita dei bambini.
Attenzione, però a rimanere sempre le figure adulte di riferimento senza eccedere in un rapporto amicale.

La premessa necessaria rispetto a questo argomento: “Non parla e alza le mani” ci permette di dare alcuni suggerimenti e indicazioni:

  1. Il nostro bimbo piccolino che non riesce ad esprimere bene con il linguaggio ciò che desidera e/o necessita a volte può utilizzare le mani (comunicazione non verbale) per richiedere l’attenzione, per farsi capire o ancora per esprimere la frustrazione del non essere capiti.
  2. Non dobbiamo pensare che ciò che fanno in un determinato momento, sia ciò che faranno anche in futuro. I bambini esplorano, osservano, sperimentano e cercano di scoprire il mondo attraverso tutto ciò che li circonda, attraverso tutti gli strumenti che possono utilizzare, a volte anche le mani.
  3. Domandiamoci il perchè di un dato comportamento ma senza generalizzare e farne una catastrofe. Probabilmente sta attraversando la fase dell’esplorazione del mondo anche attraverso il tatto. Sarà nervoso perchè non viene capito e allora utilizza lo strumento più economico in termini di investimento e energia. E’ un bambino e l’istinto fa da padrone!!!
  4. “Poche e semplici regole”: anche se non dobbiamo farne una tragedia, non dobbiamo neanche tralasciare e smettere di dirgli che non si fa. Con amore, dolcezza e tono accogliente dire al nostro bambino che non si fa. Facendogli vedere come si fa, ad esempio si fa caro. Etc…
  5. Chiediamo aiuto al papà se a noi questa situazione ci rende tanto tristi e non adeguate.
    E’ infatti riscontrato che di fronte agli altri noi mamme siamo quelle che vanno più in crisi quando i nostri bambini non si comportano bene e allora che fare? Lasciamo questo spazio alle figure maschili, molto più sicure di noi, tranquille e anche assertivi in molti casi. Per fortuna siamo la generazione con i papà più vicini ai loro figli.
  6. Ricordiamoci sempre di intervenire sul momento e non dopo mezz’ora o quando si torna a casa, soprattutto se il bambino è tra i 2 e i 5 anni. Non ricorderà cosa ha fatto dopo alcune ore.

I nostri genitori se sentivano litigare in cortile non si domandavano se saremmo diventati delle bravi persone. Non intervenivano e lasciavano che i bambini se la gestissero da soli.
Oggi, non succede più. I genitori sono molto presenti, nel gioco, nell’interazione, durante un litigio tra bambini.
Quando potete e i bambini non sono in una situazione di pericolo cercate di non intervenire e lasciar fare, si riorganizzeranno, dobbiamo solo dargli il tempo di farlo.
Se nostro figlio discute per un gioco, sta solo socializzando!!!!