La neuropsicomotricità evolutiva, chiamata comunemente psicomotricità per bambini, è la terapia che si occupa di sostenere lo sviluppo personale e cognitivo del bambino attraverso il movimento.
Gli interventi neuropsicomotori consentono al piccolo paziente di ottenere piena padronanza del proprio corpo e correggere alcuni comportamenti disfunzionali. Vediamo nel dettaglio cos’è e quando può essere d’aiuto per il bambino.
Cos’è la neuropsicomotricità?
L’obiettivo della neuropsicomotricità è la maturazione comportamentale del bambino attraverso il movimento e la consapevolezza del proprio corpo nello spazio. È una terapia, che agisce in funzione della stretta correlazione tra fisicità e processi psichici.
Fino a qualche tempo fa, si pensava al movimento come a un atto puramente meccanico. Oggi invece sappiamo che gioca un ruolo essenziale nello sviluppo non solo fisico del bambino, ma anche in quello mentale e socio-affettivo.
Il corpo è il mezzo che il bambino usa per esplorare il mondo intorno a sé e relazionarsi con gli altri nei primi anni di vita. Il movimento diventa quindi lo strumento con cui correggere specifiche alterazioni comportamentali e relazionali.
Quando è indicata la terapia neuropsicomotoria?
L’infanzia è il periodo in cui la fisicità assume un’importanza maggiore, rispetto alle parole. La terapia neuropsicomotoria è quindi adatta a tutti i bambini.
Bisogna però evidenziare che esistono diversi approcci al trattamento. Si possono utilizzare gli esercizi di psicomotricità per bambini come strumento di conoscenza e percezione dei movimenti corporei, con lo scopo di aumentare la fiducia in sé stessi.
Questo tipo di intervento è indicato per tutti i bambini, ma in particolar modo per quelli timidi e introversi. Un altro approccio si rivolge a bambini iperattivi o che presentano difficoltà di concentramento, disturbi del linguaggio, autismo o problemi nel relazionarsi con gli altri.
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Come funziona la terapia neuropsicomotoria
Le sessioni di neuropsicomotricità per bambini possono svolgersi in differenti modi, che dipendono dal quadro diagnostico generale del bambino. Alcuni pazienti traggono maggiori benefici da incontri di gruppo.
Per altri bambini è invece preferibile intraprendere una terapia individuale. La neuropsicomotricità utilizza tecniche in grado di stimolare la personalità e la creatività del bambino.
Il trattamento si svolge con l’ausilio di giochi, attività di disegno, percorsi, stimoli e movimenti a corpo libero. Le sedute si svolgono in un clima sereno e giocoso e prevedono un lavoro sulla motricità fine e grosso-motoria.
Le figure di riferimento
Il professionista che si occupa di psicomotricità per bambini e che svolge gli interventi neuropsicomotori, è definito terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE) ed è un operatore sanitario specializzato.
Il corpo infatti non è solo una macchina che funziona grazie a stimoli neurofisiologici, ma anche un organismo capace di interagire nel mondo attraverso esperienze motorie e sensoriali, in particolare nel periodo infantile.
Lo specialista TNPEE ha competenze di anatomia, pedagogia e neurofisiologia. È quindi in grado di intervenire con completezza sul modo in cui il bambino percepisce il corpo in relazione all’ambiente circostante.
Il suo lavoro comincia da un’attenta osservazione del bambino, per poi passare all’elaborazione del programma riabilitativo.
È importante che il terapista della neuropsicomotricità infantile instauri un rapporto di fiducia ed entri in empatia con il bambino. Solo attraverso la serenità dei piccoli pazienti, la terapia può avere il massimo dei suoi effetti benefici.
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