Tra i principi fondamentali della Costituzione c’è quello di tutelare i più fragili ed è con questo scopo che sono stati istituiti i centri di riabilitazione ex art. 26.
All’interno di queste strutture si mettono in atto percorsi terapeutici multidisciplinari, che aiutano i pazienti con disabilità a recuperare le principali funzionalità e vivere una vita più serena. Ecco come funziona il servizio e quali sono le modalità per accedervi.
Centri di riabilitazione ex art. 26: come funzionano?
I centri di riabilitazione ex art. 26 sono disciplinati dalla legge n.883/78, che definisce tutti gli aspetti legati alle prestazioni assistenziali dei pazienti con disabilità fisiche, psichiche e/o sensoriali.
Per operare come centri ex art. 26 è necessaria un’autorizzazione concessa dalla Regione di riferimento. Tale permesso si rilascia solo se il centro possiede determinate caratteristiche, atte a garantire il miglior percorso terapeutico per pazienti con problematiche così particolari.
È obbligatoria, ad esempio, la presenza di un team multidisciplinare composto da operatori specializzati nella riabilitazione, psicologi e medici oltre al Direttore Sanitario. Questi ultimi hanno il compito di coordinare il lavoro dell’intera equipe.
Il piano riabilitativo individuale
La strategia riabilitativa messa in atto dai centri ex art. 26 prevede l’elaborazione di un piano individuale pensato per le specifiche esigenze di ogni paziente.
Il percorso mira a una rieducazione a livello funzionale e sociale per favorire il recupero delle attività che garantiscono una buona qualità di vita. La strategia di cura si adatta ai bisogni e ai progressi del paziente e tende quindi a cambiare durante il percorso di riabilitazione.
Nel piano individuale si definiscono gli obiettivi a medio e lungo termine, i tempi previsti per il loro raggiungimento e le azioni che servono a soddisfare tali aspettative.
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Richiedi Subito il PRIMO COLLOQUIO GRATUITOOgni membro del team effettua precise valutazioni sullo stato di salute generale del paziente: un lavoro che si svolge sia prima dell’inizio della terapia, che durante. In questo modo si garantisce un iter terapeutico altamente specializzato ed efficace.
Il piano riabilitativo individuale prende in considerazione non soltanto gli aspetti fisiologici legati alla disabilità, ma anche quelli piscologici e relazionali.
I percorsi effettuati nei centri ex art. 26 mirano infatti ad una riabilitazione totale, che aiuti il paziente a vivere sane relazioni sociali e a gestire le proprie emozioni.
Gli obiettivi messi in atto dai centri ex art. 26
Dopo aver visto la funzione e le principali modalità di organizzazione dei centri ex art. 26, potremmo così riassumere i principali obiettivi messi in atto da queste strutture:
- rieducazione all’utilizzo di funzionalità che sono state compromesse da patologie o traumi;
- impedire la regressione delle attività funzionali attraverso il controllo della progressione della patologia;
- stimolare le funzionalità che non si sono naturalmente sviluppate nel corso del processo di crescita.
I diversi regimi di riabilitazione
Si può fruire dei programmi riabilitativi dei centri ex art. 26 con diverse modalità. La legge prevede infatti prestazioni residenziali, semi-residenziali, ambulatoriali o domiciliari. Vediamo nel dettaglio in cosa consistono.
Prestazioni residenziali e semi-residenziali
Il programma residenziale prevede la presenza costante del paziente presso il centro riabilitativo o strutture convenzionate.
L’assistito pernotta nel luogo preposto per tutta la durata del percorso terapeutico, ricevendo quindi un’assistenza costante. La prestazione semi-residenziale consente invece una permanenza esclusivamente diurna, per cinque o sei volte alla settimana.
Prestazioni ambulatoriali
I pazienti che ricevono prestazioni ambulatoriali in centri riabilitativi ex art. 26 sono solitamente seguiti due o tre giorni alla settimana. Svolgono il loro percorso di cura direttamente presso la struttura, senza però rimanervi per tempi troppo lunghi.
Prestazioni domiciliari
In condizioni particolari, il team di esperti che si occupa del paziente può decidere di offrire un percorso di cura a domicilio.
In questo caso, le prestazioni si erogano direttamente a casa dell’assistito, con una frequenza che varia di solito dai due ai tre giorni a settimana. Questo tipo di programma può anche essere provvisorio e servire solo da preparazione al proseguimento della terapia in uno degli altri regimi illustrati in precedenza.
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