Quali strategie usare?

Per stimolare le abilità comunicativo-linguistiche del vostro bambino, la richiesta di denominazione o di ripetizione risulta non soltanto poco efficace, ma demotivante e frustrante; tuttavia, se desiderate porre il vostro bambino nella condizione di poter produrre un comportamento comunicativo o linguistico, potete provare a seguire queste strategie:

  1. Effettuare alcune pause strategiche. Durante la lettura condivisa di un libro, ad esempio, piuttosto che
    richiedere di denominare una parola si può provare ad effettuare una pausa; ad esempio: “E poi arriva il…” in modo tale da fornire al bambino l’opportunità di pronunciare la parola “…Il cane!”; tuttavia, questo può essere funzionale rispetto a storie/contesti ben conosciuti dal bambino, previo periodo di esposizione a tale target.
  2. Fingere di non ricordarsi la parola target, può essere stimolante e divertente per il bambino, che potrebbe provare a dire la parola al posto vostro. A piccole dosi ovviamente, altrimenti poi risulterebbe come una richiesta di denominazione!
  3. Denominare in maniera errata un target, ad esempio indicare il cane illustrato sul libro dicendo “Ecco l’elefante!”; aspettare che il bambino vi corregga! Questo è un comportamento che solitamente diverte molto i bambini, rimanda loro una sensazione di competenza ed efficacia linguistica. Ma attenzione: funziona solo rispetto a target che il bambino conosce benissimo, e dovreste esserne certi, altrimenti rischiereste di produrre confusione ulteriore sull’etichetta linguistica in questione.
  4. Fornire al bambino il necessario per svolgere un’attività a lui gradita o da lui richiesta, ma omettendo appositamente un oggetto fondamentale; ad esempio, se il bambino desidera attaccare le figurine sull’album, è possibile provare a fornirgli soltanto l’album; in questo modo potete creare una opportunità di richiesta!
  5. Far finta di non riuscire ad aprire una scatola, a prendere un oggetto, produrre un comportamento volutamente sbagliato o anche buffo, fornisce al bambino l’opportunità di intervenire e dire “ti aiuto io mamma, ti aiuto io papà!”
  6. Quando il bambino manifesta difficoltà in una attività o in una autonomia, come mettersi le scarpe, non correte subito ad aiutarlo, anticipandolo: aspettate un attimo per dargli la possibilità di chiedere aiuto, che sia a parole, a gesti o anche con uno sguardo. Questo è problem solving a tutti gli effetti!
  7. E se il bambino NON produce la parola come sperato o atteso? Non importa: DITEGLIELA VOI enfatizzandola bene! Non chiedete mai di ripetere: il gioco non deve diventare un’interrogazione o un test sul linguaggio!

Parole chiavi da non dimenticare

Tutto ciò può essere riassunto in poche semplici parole: genitori, per creare opportunità di apprendimento è fondamentale ASPETTARE e…DIVERTIRSI insieme ai vostri bambini! Queste sono le due parole magiche da tenere sempre a mente.

In fondo, anche il linguaggio è un gioco!