Cosa fare, chiedono gli insegnanti, con l’alunno balbuziente?
Prima di addentrarsi nel merito delle strategie e delle proposte didattiche, sappiate che la mente di un balbuziente investe tempo, energie e forze per riuscire a produrre parole, che esiste una “sintomatologia sommersa”, non evidente, fatta di sotterfugi e scappatoie che lavora incessantemente e senza sosta per eludere e scongiurare quelle parole difficili e quelle situazioni particolarmente ansiogene. Da adulto potrà ritardare o rinunciare ai propri obiettivi di vita!
E’ importante quindi riuscire ad alleviare l’ansia e la disfluenza del nostro alunno nel contesto scolastico.
In questo articolo proporrò alcune tecniche che si rendono utili nel sollecitare sia il singolo bambino con problemi di fluenza, sia il bambino all’interno del gruppo classe con lo scopo di stimolarli entrambi. Esercizi efficaci anche per tutti quegli alunni che si esprimono con velocità eccessiva e che saltano delle sillabe o delle paroline all’interno della frase, per gli alunni che fanno fatica a restare concentrati su un compito e che si rivelano particolarmente vivaci, con difficoltà di autoregolazione (impulsività, eccesso di emotività, incoordinazione motoria, ecc) e/o con problemi nella sfera comunicativa (per es. difficoltà legate alla pragmatica).
Attività per la scuola dell’infanzia
Proporre le normali attività di pre-scrittura, di pre-lettura e di metalinguaggio adottate però insieme ad esercizi e giochi in grado di promuovere una maggiore coordinazione ed organizzazione prassico-linguistica. Le ultime ricerche insistono sull’importanza del gesto, del movimento e del ritmo nel determinare una migliore fluidità. Esercizi eseguibili anche in gruppo.
- Per ogni parola pronunciata, muovere il braccio e la mano ondulatamente, come per dirigere un’orchestra, coordinando queste due attività. Una parola, un movimento. Semplice, ma efficace strategia!
- Utilizzare una matita o il dito stesso per disegnare nell’aria dei cerchietti quando si parla (un cerchietto, dal diametro di 10 cm circa, per ogni parola prodotta). L’insegnante dovrà fare lo stesso, sia per dare il modello, sia per partecipare al gioco.
- Fare il “pappagallo”: uno parla e l’altro ripete, una parola per volta (attività di feed-back). Si proporrà al gruppo una storia, letta dall’insegnante o vista su uno schermo. Ogni bambino dovrà raccontarla ad un altro compagno, una parola alla volta, e questo dovrà ripetere la parola all’amico/a. Si stimola grande concentrazione, organizzazione del pensiero e abilità di turnazione, oltre che il lessico e la morfo-sintassi.
- Attività che utilizzino il corpo ed il movimento per coordinare più azioni. Allenare il bambino, per esempio, nel realizzare cerchietti a catenella con la matita sul foglio – oppure onde, linee, montagnole, ecc – mentre produce suoni o seriazioni (giorni della settimana, numeri, ecc). Storie e fiabe da mettere in scena. Cantare insieme. “Coreografie” da inventare con i bambini per potenziare i coordinamenti generali sui quali si svilupperanno anche le diverse abilità intellettive e linguistiche, o meglio, tutte quelle funzioni necessarie per le fondamenta della costruzione della Mente.
Comportamenti da adottare quando l’alunno si esprime:
- Dare attenzione al bambino che parla, mantenendo il contatto visivo e cercando di non imbarazzarsi dinnanzi alle sue disfluenze;
- Lasciare il tempo necessario per farlo esprimere al meglio; essere un buon ascoltatore in grado di procurare calma e fiducia in chi si sta sforzando per parlare.