Lo sviluppo grafico

Lo sviluppo grafico di ogni bambino segue un percorso a tappe. Tale percorso può variare in base a molti fattori, come ad esempio lo stimolo a disegnare, la disponibilità di materiali e di uno spazio adatto, nonché la fiducia del bambino nelle proprie capacità. Il tratto grafico quindi, si sviluppa in ognuno in base alla possibilità di sperimentare ed esercitarsi. Ogni bambino ha un proprio percorso di sviluppo del disegno, con tempi che sono unici.

L’attività grafica affonda le sue radici prima dell’anno e mezzo, nelle prime esperienze del bambino come per esempio la traccia lasciata dal dito su un vetro appannato, o sulla pappa caduta sul piano del seggiolone.

Verso l’anno e mezzo di età, in genere l’adulto propone al bambino un nuovo gioco: una matita, un pennarello, dei colori a dita. Il bambino è portato per natura a esplorare le novità. Non conosce l’uso di questo nuovo oggetto, ma comincia a utilizzarlo con azioni semplici che già conosce, come il battere, l’agitare o il portare alla bocca.

È così che, quasi per caso, il bambino scopre che il pennarello lascia un segno in base a come lo si muove, e inizia a scarabocchiare. Gradualmente attraverso la ripetuta esperienza di scarabocchio il bambino impara a controllare il proprio movimento (del braccio e della mano). Lo scarabocchio quindi, diventa sempre meno caotico o disordinato, e può cominciare a presentare linee chiuse e movimenti circolari.

Con il tempo il bambino comincia a scoprire un legame tra il segno lasciato sulla carta e il mondo esterno. Solo successivamente il bambino sviluppa la capacità di rappresentare intenzionalmente un elemento della realtà esterna. Solitamente la prima forma rappresentata è la figura umana, che in genere è quella del bambino stesso.

Con il tempo poi, il bambino comprende che il suo “scarabocchio” può essere usato per rappresentare molto di più, come ad esempio le persone importanti per lui.

Intorno ai tre anni, il tratto grafico diventa più preciso e possono essere visibili nuovi elementi. La figura umana è rappresentata in modo più evidente da un grande cerchio, con alcune appendici che raffigurano gambe e braccia. Questo “omino testone” può rappresentare il bambino stesso, o successivamente anche le persone a cui è affettivamente legato, come mamma e papà, fratelli o sorelle.

Verso i quattro anni il bambino inizia a sperimentare l’utilizzo di più forme e la figura umana si arricchisce di particolari come occhi, bocca, mani e piedi. Da questo momento il bambino inizia a sviluppare un tratto grafico sempre più personalizzato, e gradualmente cominceranno ad apparire i rapporti delle figure tra loro e nello spazio, le proporzioni tra le figure, le linee di terra e di cielo, fino ad arrivare alla linea di orizzonte e alle prime sperimentazioni della prospettiva.

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Lo sviluppo del grafismo dipende da molti fattori che sono per lo più legati all’esperienza. Più il bambino esplora e sperimenta, più conoscerà il mondo. Più conoscerà il mondo, maggiori saranno le possibilità di apprendimento.

Infine, l’interesse per i colori interviene solo in un secondo momento, e spesso i bambini utilizzano il colore nero non perché sono tristi o angosciati, ma perché è visibile in modo più chiaro sul foglio.

Come favorire il disegno spontaneo

Qualche consiglio pratico per favorire lo scarabocchio e il disegno spontaneo nel bambino:

  • Dare la possibilità al bambino di disegnare nel modo più libero possibile, cominciando col mettere a disposizione uno spazio apposito (per es. sul muro, o a terra o sul tavolo). Proporre l’attività di disegno organizzando, preferibilmente, uno spazio dedicato senza altri giochi in vista che potrebbero distrarre il bambino;
  • Qualunque regola necessaria, come non mettersi in bocca i colori o scrivere su tutti i muri, va spiegata in modo tranquillo e senza sgridare il bambino, evitando così di spaventarlo o di mortificarlo, scoraggiandolo in questo modo a disegnare;
  • Fornire al bambino prodotti adeguati alla sua età e non tossici, facendo sempre attenzione alle indicazioni del produttore. In rete si possono trovare anche ricette per realizzare i colori a dita in casa, con prodotti naturali;
  • Proporre al bambino (intorno ai 2 anni) colori a dita e fogli molto grandi, da utilizzare anche per terra o attaccati al muro con il nastro adesivo. Se mettiamo al bambino un grembiulino, o anche una vecchia camicia del papà, lo lasceremo libero di disegnare, senza il timore che si sporchi. Preferire inizialmente pennarelli o matitoni con impugnatura grande per aiutare il bambino a tenerli in mano e manipolarli più facilmente;
  • Nonostante sia importante lasciare il bambino libero di esprimersi attraverso il disegno, in alcuni casi potrebbe rendersi necessario il supporto dell’adulto. In questi casi è sempre bene incoraggiare la sua spontaneità. Chiedete al bambino cosa voglia rappresentare e portate alcuni esempi su esperienze concrete. È importante comunque elogiarlo sempre per quanto sta facendo;
  • Già durante l’età scolare (scuola elementare) il bambino sarà più portato a imitare e rifarsi a raffigurazioni provenienti dall’esterno. Per questo motivo il disegno spontaneo nei primi anni di vita va favorito, evitando di proporre troppo presto immagini precostruite da colorare o un eccessivo uso di tecnologia elettronica. Il disegno infatti è una modalità attiva e naturale attraverso la quale il bambino può rappresentare la realtà, le esperienze e le emozioni più profonde;
  • Fare domande aperte al bambino in merito ai suoi disegni: ad esempio puoi dirmi di più?”, “mi racconti?” evitando invece domande chiuse a cui il bambino potrebbe rispondere solo per compiacere l’adulto;
  • Scarabocchiare e disegnare è un ottimo modo per i genitori di condividere il tempo con il proprio bambino. È anche un momento utile per esercitare insieme la coordinazione manuale, la percezione visiva e il riconoscimento dei colori.