Cosa osservare nell’alunno per redigere un Piano Didattico Personalizzato.
Obiettivo principe: garantire ad ogni studente una propria forma di eccellenza cognitiva coltivando le proprie potenzialità intellettive.
Si inizia dalla lettura del profilo funzionale dello studente redatto dagli specialisti sanitari che l’hanno valutato per avere chiaro il quadro generale sul funzionamento della mente del nostro alunno e per indagare ulteriormente i diversi aspetti curriculari nell’ambiente ecologico in cui opera ed osservando eventuali strategie compensative messe in atto in classe (nella lettura, nella scrittura, nella comprensione di un testo, nella scrittura, nel calcolo, nel problem solving, ecc.).
Osservare le caratteristiche dei processi di apprendimento e le strategie usate nello studio:
se e quanto ricorre all’aiuto dell’insegnante o del compagno per ulteriori spiegazioni; se riepiloga su mappe concettuali, se riassume in modo personale le parti studiate, se usa evidenziatori, se improvvisa quando viene interrogato, se ha un metodo di studio, ecc. Punto importante quest’ultimo da esaminare in profondità dal corpo docente. Osservazione estesa quindi dello studente nel setting di aula.
Dialogo costruttivo con i genitori per venire a conoscenza delle passioni, degli interessi, delle attitudini, come delle maggiori difficoltà, che l’alunno manifesta nel suo habitat famigliare e sociale.
Osservare la condizione cognitiva generale:
se ha difficoltà nel recupero delle conoscenze pregresse; se ha difficoltà nella memorizzazione di dati in sequenza come le tabelline, i mesi, i giorni della settimana, le canzoncine, le poesie, ecc.; se si stanca precocemente quando segue un’attività; se ha difficoltà ad iniziare un discorso o un’attività; se ha difficoltà di attenzione sostenuta, ossia prolungata; se ha una debole motivazione; se soffre di ansia, ecc. Elemento altrettanto fondamentale da indagare è la vita emotiva, relazionale ed affettiva generale.
L’apprendimento è relazione, è emozione, è sentimento, è pathos e passa attraverso loro per maturare, evolvere ed essere amorevolmente operativo!
Osservare le difficoltà operative:
come compila il diario, come prende appunti, come copia dalla lavagna, come organizza le conoscenze. Se termina un lavoro didattico nei tempi richiesti, se e come schematizza le informazioni importanti da dover decodificare da un testo, se utilizza accorgimenti visivi per estrapolare ciò che dev’essere appreso. Indagare come il contesto famigliare riesca o meno a favorire ed a veicolare le esigenze educative.
Qual è la condizione funzionale di partenza dello studente?
Questa la domanda! Che ci deve guidare non solo verso la creazione di un PDP che sia all’altezza della moderna richiesta di inclusione dell’alunno, ma anche alla promozione di attività di prevenzione e di progettazione di laboratori didattici per favorire le risorse individuali di ciascun membro della classe.
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Richiedi Subito il PRIMO COLLOQUIO GRATUITOUna “neuro-didattica” di gruppo che abbia precisi obiettivi:
- Potenziamento del “comportamento metacognitivo” per favorire la presa di coscienza dei propri processi mentali sull’apprendimento.
- Stimolazione delle abilità di base che regolano l’attività cognitiva stessa, ponendo l’accento su quei processi che determineranno le prestazioni. Lavorare quindi sui processi di base interdipendenti, che permettono il processamento delle informazioni apprese interagendo con le conoscenze disponibili: simultaneità, successione, pianificazione e attenzione.